‘Big Fish’ Song Real Catch For Pearl Jam ‘Man Of The Hour’ Up For BFCA, Golden Globe Awards
WDIV | 8 gennaio 2004
By Tim Lammers
Traduzione a cura di Filmippo
Quest’anno “Big Fish” ha ricevuto diversi voti nei vari premi cinematografici svoltisi fino ad adesso, con numerose nomination sia presso il Broadcast Film Critics Association, che ai Golden Globe: non solo sono stati tutti catturati dalla fantasiosa regia di Tim Burton e dalla appassionata interpretazione di Albert Finney, ma anche la canzone “Man of the Hour” ha avuto l’apprezzamento dei votanti.
Scritta da Eddie Vedder e suonata dalla band, l’intensa ballata ha ottenuto la nomination come migliore canzone originale in entrambi i concorsi. E se nell’industria musicale i Pearl Jam sono soliti ricevere apprezzamenti, il loro riconoscimento nel campo cinematografico, invece, è tutt’altra cosa.
“Siamo scioccati da tutto ciò. Per noi è già una grandissima sorpresa ricevere una qualunque nomination per qualsiasi cosa, e quindi siamo molto onorati” mi ha detto il chitarrista solista Mike McCready in una recente intervista per @ The Movies. “La nostra band non ha mai lavorato con lo scopo di vincere dei premi, e così quando succede è solo la ciliegina sulla torta. Ti fa un po’ sorridere – non saprei come spiegarlo meglio”.
Mentre sulla scena musicale i Pearl Jam (di cui fanno parte anche Matt Cameron, Stone Gossard e Jeff Ament) si sono messi in luce fin dall’inizio degli anni 90, il gruppo di Seattle raramente partecipa a progetti cinematografici. Nel film del 1992 di Cameron Crowe “Singles” interpretavano la band grunge di Seattle; e, sempre con Crowe, McCready ha partecipato a “Almost Famous” – la storia autobiografica del regista che racconta di un regista e dei suoi primi giorni come giornalista rock.
“Ho fatto qualche assolo di chitarra per il gruppo Stillwater; quando ascolti quegli assoli, quella è opera mia” dice McCready. La moglie di Crowe, nonché cantante e compositrice degli Heart, Nancy Wilson, mi ha tirato dentro al film e mi ha chiesto di suonare qualche assolo in stile anni ’70 e allora ho attaccato con Peter Frampton. E’ stato molto divertente.”
L’attore che “suona” gli assoli di McCready nel film, era Billy Crudup, che per uno strano caso è uno dei protagonisti di Big Fish.
Il film racconta il rapporto tra Ed Bloom (Finney) e il suo alienato figlio William (Crudup); rapporto che diventa teso a causa della frustrazione di William riguardo all’abitudine del padre di raccontare storie assurde. Ma quando William capisce che il padre è molto malato, rivive i ricordi delle storie (raccontate in flash-back, con Ewan McGregor che interpreta il giovane Ed) nello sforzo di comprendere meglio chi fosse veramente suo padre. Jessica Lange e Alison Lohman sono le co-protagoniste che interpretano la moglie di Ed, nonché madre di William da giovane (la Lohman) e da vecchia (Lange).
Mentre la colonna sonora di molti film utilizza musiche già esistenti, “Man of the Hour” è stata scritta specificatamente per questo film. Burton ha cercato proprio i Pearl Jam per realizzare la canzone, che accompagna i titoli di coda. Le battute introduttive della canzone sono perfette per sottolineare le suggestive scene finali del film.
“Siamo rimasti molto sconvolti dal film,” dice McCready parlando delle sensazioni che hanno ispirato la canzone. “Io e Eddie eravamo lì che ne parlavamo, dopo averlo visto, entrambi con gli occhi lucidi. Eravamo molto emozionati e trascinati dall’immaginazione e dai sentimenti che abbiamo provato a causa del film.”
McCready racconta che non ci è voluto molto perché Vedder scrivesse “Man of the Hour” – infatti andò a casa e scrisse la canzone la sera stessa in cui videro il film. McCready racconta che Vedder aveva già una traccia da far ascoltare al gruppo il giorno dopo, e che hanno incisola canzone 4 giorni più tardi. E se 5 giorni sono sicuramente un tempo brevissimo per scrivere e registrare una canzone, McCready si dice comunque felice che il gruppo si sia fatto trascinare dagli impulsi immediati anziché stare a pensarci troppo sopra. La spontaneità – sostiene – trasmette la vera linfa vitale all’interno di una canzone.
“Come musicista, se tendi ad analizzare eccessivamente una parte della canzone o la canzone stessa, ne porti via tutta l’anima” dice McCready. “Puoi cogliere il feeling di una canzone se la registri velocemente. Riuscire a cogliere il feeling, questo è la cosa più importante.”
McCready dice che la ricompensa fondamentale è quando hai terminato un progetto sapendo che questo in qualche modo ti ha cambiato, anche solo in piccola parte. Ma la sensazione che gli è rimasta del progetto “Big Fish” è stata molto grande.
“Mi ha coinvolto spiritualmente” spiega McCready. “Mi ha fatto pensare ai rapporti tra me e mio padre. Mio padre non è come lui, ma io conosco un sacco di gente che somiglia al personaggio che Albert Finney interpreta, e le storie che raccontano. Sono veramente sinceri? E’ veramente importante? Io gli voglio bene lo stesso.”
Il chitarrista racconta che la band era così contenta della canzone, che l’hanno suonata dal vivo il giorno successivo alla registrazione. E la cornice non avrebbe potuto essere migliore: è stato durante un concerto di beneficenza a favore del Seattle’s YouthCare Organization, un’associazione che aiuta i giovani senzatetto. McCready dice che è sempre stato nell’animo dei membri della band di essere d’aiuto alla società, in qualsiasi maniera.
“Dal momento che abbiamo la possibilità di farlo, penso che sarebbe stata una mancanza, nei nostri sforzi umanitari, non mettere su uno spettacolo per raccogliere fondi e sensibilizzare la gente sulle organizzazioni come YouthCare”, dice McCready “Lo facciamo perché è la cosa giusta da fare. Abbiamo sempre operato in questo modo e speriamo di continuare a farlo. Ti fa sentire bene, essere parte integrante della soluzione a un problema.”