Intervista a Piero Perelli, il batterista italiano che suona con Eddie Vedder e Glen Hansard su Flag Day

La nostra intervista a Piero Perelli, il batterista italiano che suona con Eddie Vedder e Glen Hansard in diverse canzoni incluse nella colonna sonora di Flag Day.

Piero Perelli con Glen Hansard

Piero Perelli è un batterista e compositore originario di Lucca. Oltre ad essere andato in tour in tutto il mondo con acclamati artisti internazionali e produzioni teatrali, Piero ha trascorso molto tempo in studio, scrivendo e registrando con vari importanti musicisti come Glen Hansard, Eddie Vedder, Dana Fuchs, Emma Morton and The Graces, Don Antonio, Robin Hannibal (Kendrick Lamar, Little Dragon), Paul Savoy (A-Ha) Simone Giuliani (Andrea Bocelli, Cibo Matto) e Andrea Biagioni.

Cosa ha portato un batterista italiano a entrare a far parte del progetto Flag Day? Scoprilo nella nostra intervista.

Ciao Piero e benvenuto su PearlJamOnline.it. Hai iniziato a suonare la batteria e le percussioni parecchi anni fa, com’è nato il tuo amore per la musica e cosa ti ha convinto a voler diventare musicista?

Ciao Luca, grazie mille a voi per l’ospitalità.

Si, ho inizio a suonare la batteria quasi parallelamente a quando ho iniziato a scrivere. Avevo 5 anni ed il mio insegnate mi ha accudito e cresciuto per diversi anni. Tutto è nato per colpa di un capodanno, c’era una band che suonava ed ho ben impressa l’immagine di quella batteria bianca raggiante sotto le luci del palco. Di li è nato il desidero di potersi sedere su quello sgabello e cosi è stato grazie a mia madre che subito mi ha portato a lezione.

Non saprei se si decide di diventare musicisti, per me tutto si è sviluppato con naturalezza, è la mia modalità di comunicazione, espressione più forte. Ho il desiderio ogni mattina di svegliarmi e potermi dedicare a questa vita e ne sono molto grato che gli avvenimenti che incontro me lo permettano.

Hai lavorato con tantissimi nome importanti della musica contemporanea come Dana Fuchs, Emma Morton and The Graces, Don Antonio, Robin Hannibal (Kendrick Lamar, Little Dragon), Paul Savoy (A-Ha) Simone Giuliani (Andrea Bocelli, Cibo Matto) e Andrea Biagioni. Come sei arrivato a conoscere e collaborare con Glen Hansard?

Si, ho la fortuna di creare musica, viaggiare e passare tanto tempo con musicisti e produttori bellissimi, spesso proveniente da un back ground o culture diverse ma tutte con un desiderio chiaro.

L’incontro con Glen è avvenuto a Lucca lo scorso settembre, la città dove sono nato, ed ho il mio studio. Conoscevo Glen da molto prima, lo andammo a vedere nel tour Didn’t He Ramble del 2016. Ero insieme a Niki La Rosa un cantautore Italo Scozzese durante una delle nostre trasferte a fare busking a Roma.

Mi innamorai completamente di quello che Glen riusciva a creare sul palco, rimasi particolarmente colpito oltre che dall’intensità della performance, dall’armonia che Glen riesce a creare sul palco con i musicisti ed il pubblico. Percepii una estrema fiducia tra i musicisti.. fu un concerto significativo sotto molti aspetti, ho ancora chiara quella sensazione.

Tornando all’incontro, non conobbi personalmente Glen quella sera ma appunto a Lucca lo scorso anno. Glen è molto affezionato alla mia città. Tutto è nato grazie al nostro negozio di musica Sky Stone & Songs molti anni addietro, quando Renè e Carla stavano ascoltando un disco di Glen e lui in vacanza con la madre passo nella piazza del negozio dove senti risuonare la sua musica dalla vetrina. Li è cominciato tutto.

Lo scorso anno Carlo Puddu, Renè ed altri, amici ormai con Glen da anni, hanno organizzato un concerto nel bosco, sulle colline lucchesi. Un concerto per pochi intimi dove Glen era il protagonista della serata. Quella sera dopo alcuni pezzi chitarra e voce è nata una jam, Carlo ruppe il ghiaccio insieme a Luca Giovacchini poi con me, Andrea Biagioni, Federico Taddeucci ed altri finimmo la serata in coro.

É grazie a quella notte che con Glen ci siamo trovati musicalmente e tutto poi è continuato.

Parlaci invece della tua esperienza in studio con Glen per registrare le canzoni inserite nella colonna sonora di Flag Day.

Alla fine appunto di quella notte nel bosco, dopo la jam, Glen mi prese da parte e mi chiese se mi andava di collaborare con lui… mi disse tante belle cose e soprattutto che sentendomi suonare aveva sentito quello di cui aveva bisogno su alcuni dei brani su cui stava lavorando.

Fissammo per il giorno dopo nel mio studio, e li mi svelò esattamente di cosa si trattava. Quel giorno lavorammo intensamente su vari brani tra cui Flag Day ed altre parti di musica sparse nel film, poi successivamente abbiamo continuato a lavorare per mesi scambiandoci le sessioni.

PIERO PERELLI E GLEN HANSARD REGISTRANO LE CANZONI DI FLAG DAY

Quali sono le canzoni della colonna sonora che hai inciso e quali sono invece le tue preferite?

Ho lavorato su vari dei brani rimbalzati per mesi sulle due sponde dell’oceano. Flag Day, Tender Mercies, Rather Be Home, I’ll Be Waiting, ed altri che forse saranno solo nel film. Poi i brani sono passati per vari livelli di stratificazione, in quei casi non è semplicissimo risalire alle parti singole, nelle colonne sonore capita spesso.

Quindi non so per l’esattezza su quali di questi effettivamente ci sono le mie batterie e percussioni. Forse i crediti renderanno tutto più chiaro.

La soundtrack è molto molto bella, i miei preferiti al momento sono: I Think of Angels di Kristján Kristjánsson, Cat Power l’ha interpretata con una dolcezza incantevole, My Father’s Daughter, sorprendente Olivia Vedder, Tender Mercies, As You Did Before.

Dopo alcuni ragazzi che collaborarono dal vivo – nel lontano 1996 – con Eddie Vedder, tu sei il primo italiano a collaborare in studio con la voce dei Pearl Jam. Che effetto fa?

Ci sono vari stadi emotivi in questo processo, c’è una grande emozione nel ricevere tracce di Eddie e Glen, sentire le voci dei dischi con cui la storia degli ultimi 30 anni si è sviluppata, nella loro intimità/nudità non ancora mixate o definitive. Poi cerco di mettere da parte nella mia mente la loro posizione storico musicale per concentrati sulla musica e non rischiare di andare in ansia da prestazione. Il processo creativo inizia.

Durante le session di registrazione, hai avuto modo di collaborare direttamente con Eddie Vedder? Per via dei vari lockdown, non credo sarete riusciti a vedervi di persona, vi siete però mai “incontrati online”?

No infatti, purtroppo non ho mai incontrato Eddie. Mi sono interfacciato sempre con Glen che mi dava via via i feedback suoi e di Eddie dei brani su cui lavoravamo. Sono stati mesi intensi e molto stimolanti, abbiamo avuto un intenso scambio di messaggi, mail e chiamate che mi hanno dato una grande energia e voglia di creare i questi due anni di lock down vari.

Hai qualche aneddoto particolare che ricordi sulle incisioni delle canzoni per questa colonna sonora?

Forse l’aneddoto più particolare non è tanto legato alla colonna sonora, ma all’incontro con Glen. Ero leggermente fuori mano il giorno del concerto nel bosco, per l’esattezza la mia prima vacanza da grandi con mio fratello Michele all’isola d’Elba. La mattina del concerto mi sono svegliato ed ho deciso che dovevo tornare per una notte a Lucca per vedere Glen, sentivo che sarebbe stato speciale; ho abbandono in solitaria Michele con l’idea di stare via per poche ore, il tempo del viaggio e del concerto poi sarei rientrato la mattina seguente con il primo traghetto all’alba. Tutto si è prolungato per qualche giorno.

Flag Day in Italia uscirà per Lucky Red ma non è ancora nota la data precisa nella quale arriverà nei cinema. Tu hai già visto il nuovo film di Sean Penn? 

Purtroppo è un incognita anche per la data di uscita del film in Italia, ho visto solo alcune parti su cui lavorammo con Glen quando eravamo in studio da me. Sono veramente curioso di sentire e vedere il lavoro finito.

Grazie per aver passato del tempo con noi, ci si sente presto.

Grazie a voi dell’ospitalità e del vostro tempo. Buona musica a tutti!