Il live report del secondo concerto del 2024 dei Pearl Jam a Barcellona.
Opening Act: The Murder Capital
Setlist: [Intro Music: Dark Entree] Oceans, Off He Goes, Daughter/Rise (PIL)/It’s Ok (Dead Moon), Once, Why Go, Scared Of Fear, React, Respond, 1/2 Full, Wreckage, Even Flow, Improv, Immortality, Who Ever Said/(I Can’t Get No) Satisfaction (The Rolling Stones), Dancing Barefoot (Patti Smith)/Corduroy, Waiting For Stevie, Something Special, Do The Evolution, Rearviewmirror
Encore: Smile, Running, State Of Love And Trust, Black, Alive, Rockin’ In The Free World (Neil Young, w/ The Murder Capital), Yellow Ledbetter (w/ PJ fan Carlos)
Dopo l’ottima performance del gruppo di supporto, i Murder Capital, che sono riusciti a convincere i presenti (nota di merito per l’ancora inedita Words Lost Meaning), alle 21 esatte i Pearl Jam sono saliti sul palco. La band è apparsa più a suo agio rispetto al primo concerto a Barcellona, e l’ha dimostrato subito proponendo una doppietta inziale che difficilmente i fan dimenticheranno: Oceans e un’emozionante versione di Off He Goes.
Daughter ha incorporato nell’outro Rise dei PIL (mai suonata prima dal gruppo) e It’s Ok dei Dead Moon. Prima delle canzoni di Dark Matter, il concerto è proseguito con due canzoni tratte da Ten, Once e Why Go.
Scared Of Fear, React, Respond e Wreckage sono state suonate con una convinzione tale che possono già essere annoverate tra i nuovi classici della band. Mentre Even Flow si è distinta per un’improvvisazione suonata dalla band sul finale, la successiva Immortality è stato uno dei momenti più emozionanti della serata.
Durante il main set sono state proposte canzoni inaspettate come Who Ever Said – con in coda frammenti di (I Can’t Get No) Satisfaction dei Rolling Stones – e Waiting For Stevie, dedicata al grande Antoni Gaudí e al “personale molto gentile” di Casa Batlló.
Something Special è stata interrotta per un problema di sicurezza tra il pubblico, per poi venire ripresa dal punto esatto dell’interruzione. Durante Do The Evolution sono state proiettate sul videowall le immagini del remake del video ufficiale (durante il primo concerto a Barcellona invece era stato proiettato il video ufficiale di Todd McFarlane).
Il main set è terminato con una grintosa versione di Rearviewmirror con Vedder alla chitarra – la canzone era stata suonata solo altre due volte durante la leg americana del tour di Dark Matter, e mai con Vedder alla chitarra.
L’encore si è aperto sulle note della sempre magnifica Smile, seguita dalla nuova Running e dalla classica State Of Love And Trust. Poi è stato il turno di altri tre grandi classici: Alive, Black e la cover di Neil Young, Rockin’ In Thee Free World, suonata in compagnia dei Murder Capital, qui al loro ultimo concerto come opening act dei Pearl Jam.
La finale Yellow Ledbetter, suonata in compagnia di un fan presente nelle prime file, ha chiuso un concerto davvero memorabile, durato due ore e mezza e che è riuscito a dimostrare i tanti motivi per cui vale ancora la pena di amare un gruppo come i Pearl Jam.
Curiosità: nella setlist originale della serata erano presenti due pezzi in più, Wishlist e River Cross, non suonati durante il concerto.
Nasce nel 1980 a Reggio Emilia. Crea pearljamonline.it nel 2001 e scrive la prima edizione di “Pearl Jam Evolution” nel 2009 insieme alla moglie Daria. Dal 2022, conduce due podcast: “Pearl Jam dalla A alla Z” e “Fuori Orario Not Another Podcast”. Ha collaborato con Barracuda Style, HvsR, Rolling Stone, Rockol e Il Fatto Quotidiano. Continua imperterrito a tentare di trovare “belle melodie che dicono cose terribili”.
Canzone preferita: Present Tense
Album preferito: No Code
Artisti o gruppi preferiti oltre i PJ: Tom Waits, Soundgarden, Ramones, Bruce Springsteen, IDLES, Fontaines D.C., The Murder Capital, Dead Kennedys, Mark Lanegan, Cat Power, R.E.M.