Soundcheck: Immortality (acustica), Immortality (elettrica), Naked Eye (The Who), Parachutes, U, Alone (strumentale), Education, Inside Job, Gone, M.F.C., Sometimes (solo il riff iniziale), Around The Bend, Long Road (solo il riff iniziale), Picture In A Frame (Tom Waits, solo qualche strofa), Can’t Keep (Acustica)
Supporters: My Morning Jacket
Setlist: Release, Given To Fly, Corduroy. World Wide Suicide, Do The Evolution, Severed Hand, Love Boat Captain, Even Flow, 1/2 Full, Gone, Not For You, Grievance, Marker In The Sand, Jeremy, Wasted Reprise, Better Man, Blood
Encore: Inside Job, Come Back, I Believe In Miracles (Ramones), Porch, Life Wasted
Encore 2: Small Town, My Sharona (The Knack, ‘My Verona’ version), Once, Alive, Rockin’ in the Free World (Neil Young), Yellow Ledbetter
Un terzo del concerto all’Arena di Verona s’è svolto sotto una pioggia battente che non ha compromesso uno show straordinario, uno dei migliori di sempre dei Pearl Jam in Italia, una di quelle sere in cui ti passano davanti agli occhi tutti i motivi per i quali ami questa band, la sua capacità di suonare compatta e vibrante, e allo stesso tempo mostrarti le persone che stanno dietro gli strumenti.
Eddie corre su per le scalinate dell’Arena ed è talmente felice che si fa una scivolata sul pavimento bagnato del palco. Quando ci prega di non farci male, ché è questa la cosa più importante, “più importante della musica e del vino” che continua a tracannare, lo sai che non lo dice per posa. Nel caso, Love Boat Captain è lì a ricordarlo (“six years ago today”). Cambiano anche le parole di Not For You: adesso i posti alla tavola di Vedder sono tre. Dell’ultimo cd, il gruppo sceglie di fare le ballate: Gone, Inside Job e, per Johnny Ramone, Come Back, che è un po’ la nuova Long Road e che è seguita da I Believe In Miracles.
A un certo punto Vedder alza la chitarra sopra la testa e la usa per riflettere la luce d’un faro e illuminare il pubblico. Per festeggiare questo splendido posto, suona brevemente My Sharona che diventa My Verona. Poi Mike si siede a bordo palco e attacca Yellow Ledbetter coi piedi penzolanti prima di mandare tutti a casa. Bologna è stata ok, ma un abbraccio è un abbraccio.
Anche la voce di Vedder è migliore. Mentre la band suona Alive, lui balla ebbro di (diciamo) gioia e stanchezza. Glielo leggi in faccia che non vorrebbe più scendere dal palco e anche se il concerto è finito continua a ringraziare e a fare gesti come per dire che questa cosa qui, quel che è accaduto stasera, mica lo scorda più.
Immagine in Cornice: Il tour italiano del 2006 dei Pearl Jam
Nasce nel 1980 a Reggio Emilia. Crea pearljamonline.it nel 2001 e scrive la prima edizione di “Pearl Jam Evolution” nel 2009 insieme alla moglie Daria. Dal 2022, conduce due podcast: “Pearl Jam dalla A alla Z” e “Fuori Orario Not Another Podcast”. Ha collaborato con Barracuda Style, HvsR, Rolling Stone, Rockol e Il Fatto Quotidiano. Continua imperterrito a tentare di trovare “belle melodie che dicono cose terribili”.
Canzone preferita: Present Tense
Album preferito: No Code
Artisti o gruppi preferiti oltre i PJ: Tom Waits, Soundgarden, Ramones, Bruce Springsteen, IDLES, Fontaines D.C., The Murder Capital, Dead Kennedys, Mark Lanegan, Cat Power, R.E.M.